fbpx

La terapia ENF (Elettro-Neuro-Feedback)

Cos’è e come funziona

                                                               

L’Enf è basato su microcorrenti, forme d’onda in grado di modificarsi al cambio di impedenza dei tessuti con cui vengono in contatto, restituendo un feedback che determina la giusta frequenza da erogare a quella cellula in quel determinato momento.

L’ elettricità svolge un ruolo essenziale nella vita. Quasi tutti i processi fisiologici negli organismi viventi sono basati su differenze di potenziale elettrico tra le pareti cellulari e tra i vari tessuti. A questi fenomeni cellulari viene dato il nome di bioelettricità e sono importantissimi in quanto sono responsabili della crescita, dell’adattamento e della riparazione della maggior parte di cellule viventi sulla terra, cellule umane comprese.

È necessario comprendere come funziona un normale processo di guarigione nel corpo. Ovviamente questo varia in base al tipo di tessuto e dipende dalla natura e dall’entità del danno. Se per esempio mi pungo un dito, mi fratturo un osso o mi intossico con del cibo, ecco che questo stimolo scatena subito una risposta da parte dell’organismo, avviata dal rilascio di sostanze chimiche dalle cellule danneggiate (l’infiammazione).

L’infiammazione provoca subito modifiche al sistema vascolare locale, tra cui il rilascio di molti agenti biochimici, la dilatazione e una maggiore permeabilità capillare che consente alle cellule del sangue di entrare nel tessuto danneggiato.

Vengono richiamati non solo macrofagi, ma anche cellule che possono sintetizzare nuovo tessuto: come le cellule endoteliali per il danno delle pareti del vaso sanguigno danneggiato, gli osteoblasti per l’osso, i cheratinociti per l’epidermide, i fibroblasti per i tendini, i legamenti e altri tessuti a base di collagene.

Un campo elettrico e una corrente simile a quella che si crea naturalmente (microcorrente) è capace di modulare molti tra questi fattori che intervengono nella rigenerazione tissutale. Come naturale conseguenza abbiamo l’aumento della proliferazione e la sintesi di proteine nella pelle, nei tendini, nella cartilagine e nell’osso; aumentano anche i fattori di crescita che promuovono l’osteogenesi e la sintesi di collagene; vi è, inoltre, un incrementa del numero degli organelli responsabili delle attività di riparazione e può aumentare la concentrazione di ATP, il metro per valutare l’energia cellulare; viene influenzata la migrazione degli ioni attraverso la membrana cellulare, con conseguente modifica del citoscheletro, inclusa la creazione di proiezioni di membrana che provocano movimenti cellulari. Le cellule possono anche cambiare forma e allinearsi con il campo applicato.

Non è stato facile ricreare quel tipo di onda necessaria a ogni tessuto, ci sono voluti anni di esperimenti, di errori, ma finalmente siamo giunti a trovare i parametri giusti di erogazione di frequenza ed energia per lavorare al meglio sulle cellule specifiche.

Gli strumenti, precedenti alla monofrequenza, diffusissimi nell’ambito della terapia fisica hanno un’azione di stimolazione, ma non riescono a lavorare in contemporanea su più strutture, così da avere una “resa” più bassa nella globalità del trattamento.

Il trattamento con ENF

Con la sonda si esegue, in primis, una scansione manuale sul tessuto. In questo modo si riesce ad individuare i punti dove la sonda “inciampa”, indicandoci grosso modo la zona del problema.

Si può eseguire, a questo punto, la scansione digitale e sul display della sonda ci appaiono delle barre di altezza e di colore variabili che indicano con precisione estrema i punti di massima infiammazione.

A questo punto si può restare posizionati sul punto individuato e dopo pochi secondi l’apparecchio inizia in automatico il riequilibrio, usando dei parametri che sono la risultante dell’impedenza del tessuto stesso.

Fatta una prima parte di riequilibrio automatico, si passa alla terapia manuale, scelta dal terapista per frequenza, intensità e durata che andrà a completare il ciclo terapeutico.

Data la particolarità di questo apparecchio, al momento è uno degli strumenti più validi a disposizione per curare una grande gamma di patologie. Le microcorrenti sono utili dunque per:

  1.  ridurre il dolore, l’infiammazione, l’edema e gonfiore, aumentare la mobilità articolare, la resistenza e il rilassamento muscolare;
  2. nei tessuti molli, come le lesioni muscolari, le ferite o le distorsioni;
  3. contro il mal di testa, la sindrome dell’articolazione mandibolare, neuropatie, borsiti e tendiniti;
  4. l’esperienza clinica sostiene che si tratta di una terapia aggiuntiva nel mal d’orecchie, mal di gola, mal di denti e neuropatie;
  5. gestire il dolore muscolare ritardato (DOMS);
  6. per l’ipertensione, la ricorrenza del dolore originario dopo un intervento chirurgico alla schiena, l’artrite, la sindrome di Raynaud, gli acufeni e vomito post-anestesia;
  7. un altro studio ha trovato una riduzione dei livelli sierici di citochine pro-infiammatorie, in una fibromialgia causata da un trauma della colonna vertebrale;
  8. le microcorrenti sono utili in fratture e osteoporosi;
  9. la riparazione di tendini e legamenti – la stimolazione delle cellule del connettivo viene accelerata, velocizzando così la formazione di collagene nei tendini lesi;
  10. le ferite croniche, come le ulcere sulla gamba, oppure le ustioni.

 

Articolo precedente
L’osteoporosi e il movimento
Articolo successivo
Le onde d’urto focali
Nessun risultato trovato.
Menu