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Sonno e cervicale

La cervicale è quella parte della colonna vertebrale che parte dalla base della testa e arriva nel punto dove il collo si unisce al tronco all’altezza delle spalle. Molte volte è la causa del collo rigido, dopo una notte insonne. È spesso accompagnato da un forte mal di testa, che può persistere anche per tutta la giornata.

Quando ti svegli con i dolori al collo non puoi dare la colpa alla posizione in cui dormi. Infatti, il nostro corpo è vigile e capace di distinguere automaticamente le posizioni buone da quelle che vanno evitate a tutti i costi.

Quando il nostro sonno è disturbato a causa della cervicale, molto spesso, è direttamente collegato all’infiammazione dei muscoli o delle strutture anatomiche della cervicale stessa. In questa situazione, qualsiasi posizione può provocare dolore o sensazioni sgradevoli e trovare una posizione confortevole è alquanto difficile. È proprio per questo che spesso durante la notte, quando la cervicale è molto irritata, ti puoi svegliare più volte a causa del dolore.

Quando i muscoli e le vertebre cervicali sono in buono stato, i meccanismi e le posizioni che si assumono durante il sonno non sono un problema e si è in grado di dormire ovunque, su qualsiasi superficie. Invece, quando a causa di diverse patologie, come la cervico-brachialgia, artrosi cervicale o ernia del disco le condizioni sono meno buone, hai bisogno di un fisioterapista qualificato ed esperto nel trattamento dei disturbi cervicali.

È bene ricordare che non si nasce con il dolore cervicale, quindi il cuscino non è la causa primaria del male. Ogni cuscino cervicale è standard. Non è importante che cuscino usi, ma quanti ne usi e come li usi. Non esiste nemmeno un’altezza ideale del cuscino, ma generalmente la cosa migliore sarebbe dormire senza o con un cuscino basso che sostenga leggermente la cervicale.

La colonna cervicale si adatta e si rilassa nella sua posizione naturale, libera da ulteriori stress meccanici. Risulta difficile dormire senza cuscino perché ognuno ha una morfologia diversa e a seconda delle patologie presenti può risultare scomodo dormire senza cuscino o con un cuscino basso e impedire un sonno ristoratore.

La soluzione migliore è usare un solo cuscino e posizionarlo bene sotto la testa e il collo fino alla parte bassa della cervicale, terminando all’inizio delle spalle, riempiendo così quella “conca” che naturalmente formano le nostre vertebre cervicali: in questo modo, il capo e il collo sono sostenuti in una posizione di rilassamento, tutte le strutture sono “protette” e i recettori comunicano ai muscoli che possono “riposarsi” ed evitare così  di lavorare tutta la notte per reggere la testa.

Ogni quadro clinico è diverso dall’altro e quindi non esiste un’unica soluzione per tutti i pazienti. Inoltre, le posizioni di riposo cambiano a seconda della condizione clinica, quindi è possibile che l’altezza del cuscino consigliata in un primo momento possa variare durante il percorso terapeutico.

Ad esempio, chi utilizza una specifica tipologia di cuscino cervicale per dormire supino potrebbe trovare delle difficoltà a utilizzare lo stesso cuscino quando dorme su un fianco.

Ora, se durante il giorno il corpo si muove, di notte i movimenti sono naturalmente molto più limitati, diminuisce ulteriormente l’afflusso di sangue ai muscoli e le articolazioni non riescono a mantenersi lubrificate. In queste condizioni le strutture anatomiche, già di per sé sofferenti, scatenano il dolore e i sintomi cervicali.

È per questo motivo che quando ci si sveglia, ci sentiamo rigidi e dolenti, e quando ci mettiamo in moto tutto migliora, ovviamente con tempistiche differenti a seconda della gravità del problema.

Se si soffre di questo problema, forse è il caso di capire quale sia il reale disturbo alla base del dolore e curarlo. Un fisioterapista esperto effettua una valutazione per poi creare un percorso terapeutico specifico per ogni paziente.

Un trattamento di fisioterapia mirato per un disturbo cervicale è normalmente diviso in tre parti che possono sovrapporsi a livello temporale, in base all’andamento del quadro clinico. La prima fase è quella del controllo del dolore e dell’infiammazione che prevede delle tecniche di terapia manuale o osteopatia insieme all’utilizzo di mezzi fisici come la tecarterapia o la laserterapia.

Nella seconda fase, quella del recupero dell’articolarità e del movimento, si intensificano le tecniche di terapia manuale, si riduce la terapia fisica e si introduce l’esercizio terapeutico per la riabilitazione funzionale.

La terza fase ha come obiettivo la stabilizzazione dei sintomi e il miglioramento delle performance motorie. La fisioterapia ha la sua più alta finalità nel portare il paziente ad avere una condizione fisica migliore rispetto a quella precedente alla patologia.

Non è sufficiente togliere il dolore, dobbiamo focalizzarci sul mantenimento della salute attraverso il miglioramento della qualità del movimento, nel soggetto sportivo come nelle persone di età più avanzata.

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